Aristotele fonda l’etica, Utilità della filo-sofia come ricerca della saggezza. Per Aristotele (Stagira, 384 a.C. - 322 a.C.) il bene non è, come per Platone (Atene, 428/27 a.C. - 348/47 a.C.) un oggetto matematico o un`idea iscritta nell`iperuranio; esso è contenuto nella ricerca della felicità e - più generalmente - nelle strutture dell`azione (praxis) virtuosa. Similitudini nella vita degli antichi filosofi, La confutazione socratico-platonica del relativismo, La negazione eleatica del movimento e del molteplice, Il parricidio platonico di Parmenide: molteplicità dell’essere, Potenza e atto: Aristotele salva il movimento, Quali le cause e i principi primi del cosmo? Secondo Platone, quando, a volte, sembra che non facciamo quello che crediamo bene (p.e. Per Aristotele la virtù non è «per natura»: come non nasciamo con idee e conoscenze innate, così non nasciamo con virtù innate, ma con un’anima che è adatta a essere modificata mediante l’esercizio continuo. La contemplazione della verità è quindi un'attività fine a sé stessa, nella quale consiste propriamente la felicità, ed è quella che distingue l'uomo dagli altri animali rendendolo più simile a Dio, già definito da Aristotele come «pensiero di pensiero», pura riflessione autosufficiente che nulla deve ricercare al di fuori di sé. Così una quantità di cibo idonea per un atleta può essere eccessiva per un sedentario. Per Socrate e Platone, la saggezza è la virtù fondamentale e con essa si possono unire tutte le virtù in un tutto. L'uomo infatti deve saper sviluppare e assecondare armonicamente tutte e tre le potenzialità dell'anima che contraddistinguono il proprio essere o entelechia, e da Aristotele identificate con: Sulla base di questa tripartizione, Aristotele esclude dall'etica l'anima vegetativa o nutritiva che non è in rapporto con la ragione mentre l'anima sensitiva o "desiderativa", come la chiama Aristotele, è sottoposta ai comandi della ragione come accade quando questa riesce a controllare le passioni[7]. L'insegnamento cristiano della più alta virtù chiama amore (per lo più per gli dei). Medietà tra due vizi, quello per eccesso e quello per difetto[8].». Per Aristotele (Stagira, 384 a.C. - 322 a.C.) il bene non è, come per Platone … Egli può indicare loro la via, maieuticamente, ma ciascuno raggiungerà la vetta col suo passo e per il sentiero che più gli si addice. LA RISPOSTA DI ARISTOTELE (GUARDANDO A PLATONE) 147 147 ). Evidentemente c’è qualcosa che lo impedisce. Osserva Aristotele che «...al riguardo non diceva male Teodoro, l'attore tragico: egli non permetteva mai a nessuno, neppure a un attore di poco valore, di comparire sulla scena prima di lui, perché gli spettatori si lasciano attirare da quel che ascoltano per primo: lo stesso accade nei rapporti con la gente e con le cose, perché ci affezioniamo di più a tutto quel che ci colpisce per primo. In questo modello organicistico (e inegualitario) la “parte” (l’individuo) è sempre sacrificabile per il bene del “tutto”. È bene agire secondo ragione, senza lasciarsi “condizionare”? Secondo il filosofo vi sono quattro virtù fondamentali: - la saggezza : virtù propria della parte razionale dell'anima e grazie a essa è possibile ragionare e dominare la vita istintuale. Il filosofo Paul Ricoeur (Valence, 1913 – Châtenay-Malabry, 2005) mette a confronto la concezione aristotelica del bene con quella platonica.Per Aristotele (Stagira, 384 a.C. - 322 a.C.) il bene non è, come per Platone (Atene, 428/27 a.C. - 348/47 a.C.) un oggetto matematico o un`idea iscritta nell`iperuranio; esso è contenuto nella ricerca della felicità e… Il bene è la felicità? Ciò che sente per il meglio è la virtù. Per Platone la virtù è la giustizia che si ha quando ognuno svolge l'attività per cui è incline per natura. La soluzione del problema del bene comune (che, in quanto il bene è “comune”, non è più solo un problema etico, ma è un problema politico) è in sostanza la seguente: come chi deve curarsi va da un medico, chi vuole imparare uno sport va da un bravo allenatore e, in generale, quando non si sa che cosa sia meglio fare in un determinato campo ci si rivolge agli esperti di quel campo, così, secondo Platone (come gli ha insegnato probabilmente il suo maestro Socrate, come si può arguire da questa ricostruzione tratta dal film di Roberto Rossellini), non si vede perché, in campo politico, si dovrebbe agire diversamente: ci si deve rivolgere a chi sa (il filosofo) o, comunque, vuole (il custode) il bene comune al di sopra del vantaggio personale. Questa attività razionale deve però essere da noi esercitata al massimo grado per essere veramente felici: come il flautista realizzerà al massimo la sua natura, che è quella di suonare il flauto, sarà felice se lo suonerà nel miglior modo possibile, così l'uomo conseguirà la felicità se eserciterà la sua ragione al massimo livello sia nelle azioni pratiche che in quelle conoscitive. La virtù I diversi punti di vista della concezione del bene. Entrambi, si è detto, considerano la virtù come il criterio principale che presiede alla distribuzione delle cariche politiche, ma a differenza di Aristotele, Platone - nella Repubblica in particolar modo - ritiene fondamentale per un governante la conoscenza teorica e filosofica, e dunque la saggezza (sophia). questo mio saggio. del nome di filosofia, Platone 2.0 – La rinascita della filosofia come palestra di vita. Aristotele e l'etica. Inoltre per lui la vita deve essere un insieme di piacere e sapere. Condividi. Socrate, Platone, Aristotele sono le tre figure più influenti, nel bene e nel male, di tutta la filosofia occidentale. Aristotele intende l'etica come quel comportamento umano diretto a conseguire concretamente un bene che deve essere però tale da valere di per sé e non come strumento per ricercare e ottenere altri beni: deve essere cioè quel bene supremo, finale, che è l'eudemonia[3], la felicità che non può consistere, ad esempio, nel piacere fisico poiché questo degraderebbe l'uomo accomunandolo agli animali, né nella ricchezza poiché questa non è il bene ultimo ma lo strumento per conseguire altri beni, né negli onori politici poiché questi non dipendono da noi ma da coloro che ce li attribuiscono e non sono fini ma strumenti per sentirci gratificati. Probabilmente si tratta di una tripartizione di origine indoeuropea. Per i Sofisti la virtù (ἀρετή) coincideva con le tecniche di persuasione, cioè con l’abilità di parola.Socrate, invece, dopo aver dimostrato che l’essenza dell’uomo (ciò che lo distingue in modo peculiare da qualsiasi altro essere) è la sua anima, ha stabilito che la virtù deve essere, di conseguenza, ciò che favorisce l’anima, … Per lui il coraggio è qualcosa che riguarda la paura di alcuni mali, ma non di tutti: infatti egli fornisce molte precisazioni sulle cose che, pur essendo mali, non devono essere prese in considerazione quando si parla di coraggio. La Repubblica di Platone . Suo padre era medico E per questo motivo il suo pensiero viene influenzato dalla mentalità scientifica del padre. Le virtù politiche in Platone La dottrina etica di Aristotele riprende quella di Platone che insisteva sul valore civile o politico delle virtù etiche, a partire dalla sua dottrina dell’anima (psicologia) tripartita. Platone, raccogliendo l’eredità di Socrate, sostiene che è possibile insegnare la virtù e la fondamentale unità delle virtù particolari (prudenza, coraggio, moderazione e, a coronamento, giustizia), che tutte rimandano al sapere come conoscenza del bene. Il giusto mezzo non è il risultato di un calcolo quantitativo fra un massimo e un minimo, ma l'obiettivo da raggiungere tramite un'analisi della situazione in cui si sviluppa l'azione etica. «Se in verità l'intelletto è qualcosa di divino in confronto all'uomo, anche la vita secondo esso è divina in confronto alla vita umana[16].». E chi stabilisce chi sono i veri filosofi? Per Socrate e Platone, la saggezza è la virtù fondamentale e con essa si possono unire tutte le virtù in un tutto. Le virtù… parti, allora nell’intera anima si crea armonia e l’uomo in questione può dirsi virtuoso. Platone tratta il tema della proprietà privata nella “Repubblica”. Aristotele patrono dell’Occidente: il volume in edicola con il quotidiano Per circa duemila anni l’autorità dell’allievo di Platone rimase indiscussa. Per ogni vivente il Sommo Bene è la felicità e poiché questa è perseguita non dall’uomo isolato, ma dagli uomini viventi in società, la determinazione del suo concetto è compito della scienza politica, che costituisce per Aristotele il vertice stesso dell’etica.. La definizione del concetto di felicità relativo all’uomo singolo … distributiva, quando fa sì che onori, ricchezze e beni siano assegnati in proporzione ai meriti, e. commutativa o regolatrice quando, indipendentemente dai meriti, ristabilisce l'equità violata (se per esempio qualcuno ha rubato dei beni ad un altro). In particolare coloro che devono diventare custodi o governanti devono ricevere un’educazione molto severa (che Platone riprende dal modello spartano) e abituarsi a condividere tutte le cose e anche tutte le donne (comunismo platonico) in modo da esercitarsi a non distinguere il proprio bene da quello comune e a difendere fino alla morte qualunque donna e giovane concittadino come se si trattasse della propria moglie e del proprio figlio. Aristotele nacque a Stagira, colonia ateniese nella penisola calcidica, nel 384-3 a.C.; frequentò l’Accademia a 17 anni e vi rimase per altri 20, fino alla morte di Platone. La nostra antipatia per questo modello dipende dal fatto che, storicamente, noi siamo eredi, soprattutto nel mondo occidentale, della Rivoluzione Francese (1789). Prima di parlarne, è opportuno definire il concetto di virtù e con questo apro la nuova rubrica Ordo amoris, rubrica dedicata all’etica filosofica. Platone (424/423 aC-348/347 aC) e Aristotele (384 aC-322 aC) erano entrambi filosofi e matematici greci. Il giusto mezzo non può essere stabilito astrattamente come per tutti identico, ma deve essere adeguato al soggetto che lo ricerca. È possibile tracciare una storia della filosofia? Perché il pensiero moderno non è “filo-sofia” in senso pieno? Una buona educazione si basa sulle buone abitudini e poiché la capacità intellettiva si sviluppa maturando col tempo, l'educazione va invece praticata sin dall'infanzia. Secondo Aristotele l'uomo è innanzitutto un complesso psicofisico, una integrazione funzionale di anima e corpo; non c'è, in altri termini, per Aristotele quella opposizione di valore fra anima e corpo sulla quale aveva tanto insistito la tradizione orfico-pitagorica e per certi aspetti anche Platone. Twitter. La Politica (in greco Τὰ πολιτιϰά) è un'opera di Aristotele dedicata all'amministrazione della polis. La giustizia distributiva tra Platone e Aristotele Π Η Γ Η / F O N S 3 (2018) 25 concepisce come un insieme di intelligenza (phronêsis) e virtù etiche quali giustizia, prudenza e coraggio. Durante la vita studia ad Atene e incontra Platone frequentando la sua accademia per 20 anni. La vita. Le virtù etiche in Aristotele. È possibile tracciare una storia della filosofia? La dottrina della giustizia di Aristotele si mostra debitrice del pensiero di Platone Il modello politico di Platone è rimasto per secoli ineguagliato e imitato. Esaminando con attenzione questi casi Platone perviene a riconoscere nell’anima umana tre “anime” distinte, ciascuna delle quali mira a fini diversi, è guidata (o frenata) da una distinta virtù etica e, infine, come Platone argomenta diffusamente nel dialogo di 10 libri che costituisce forse il suo capolavoro, la Repubblica (eccone alcuni estratti concernenti la problematica squisitamente politica), è dominante nei membri di una determinata classe sociale, secondo la tabella seguente: Come molti autori antichi Platone non è democratico, perché pensa che non tutti sono adeguati a governare tutti. Certamente la … Aristotele è convinto dell’esistenza di un ordine naturale e di un giusto per natura al quale tendere anche se non tutto ciò che è giusto per natura è per questo anche immutabile. Sotto questo profilo un certo “conflitto di interesse” in chi esercita il potere (politico, amministrativo, scolastico ecc.) 96 In tedesco, come noto, Glück signifi ca sia felicità che fortuna. Aristotele inizia la trattazione delle virtù etiche dal coraggio. Francesco Lamendola. In particolare i membri del dèmos, cioè del popolo, essendo dominati dai loro desideri, se fossero incaricati di governare, senza prima avere ricevuto la giusta educazione, sarebbero tentati di perseguire i loro interessi privati contro il bene comune (sarebbero governanti corrotti o tirannici). La giustizia cioè è il rispetto della legge dello Stato che riguarda tutta la vita morale dei cittadini e quindi essa si identifica con la virtù stessa in generale[12]: essa «[...] è la caratteristica del giusto mezzo, mentre l'ingiustizia lo è degli estremi»[13]. virtù Il termine non ebbe originariamente quel significato specificamente morale che ha avuto in seguito nelle dottrine filosofiche e religiose. Mentre Platone era quindi tutto proteso verso il mondo delle idee, che abbiamo già visto prima e vedremo dopo dell'unione al corpo della nostra anima, per Aristotele questa, presente, è la … 98 Sullo studio delle conseguenze derivanti la questo punto ha sviluppato la … Ci sono 2 tipi di virtù: etiche (l'agire umano e il dominio della ragione sulle pulsioni) e dianoetiche (l'esercizio puro della ragione) Sant'Agostino La filosofia agostiniana presuppone la corrispondenza tra fede e ragione. Tali caratteristiche sembra presentare soprattutto la felicità; infatti noi la desideriamo sempre di per se stessa e mai per qualche altro fine; mentre invece l'onore e il piacere e la ragione e ogni altra virtù li perseguiamo bensì di per se stessi (infatti se anch'essi dovessero esser privi di ulteriori effetti, noi desidereremmo ugualmente ciascuno di essi), tuttavia li scegliamo anche in vista della felicità, immaginando di poter esser felici attraverso questi mezzi[4].». Critica a Platone la proprietà comune e la convivenza forzata: i beni vanno ripartiti per merito. Ed è una virtù perfetta al più alto grado perché chi la possiede è in grado di usare la virtù anche verso gli altri e non soltanto verso se stesso[11].», Tra le virtù etiche un ruolo primario è esercitato dalla giustizia che Aristotele distingue in. La conoscenza è virtù e la virtù è soprattutto un vantaggio per l'individuo che la esercita.. Frase di Platone sulla filosofia Frase di Platone sulla filosofia Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy . Pertanto, così come suonando la cetra diventiamo citaredi – dice Aristotele –, così operando cose … Nella sua maggiore opera di etica, l'Etica nicomachea, Aristotele mostra che il bene ultimo dell'uomo, cioè la felicità, consiste nell'esercizio abituale e perfetto della funzione che gli è propria, ossia consiste nella virtù. Questa, simbolicamente, nel nome dell’eguaglianza giuridica e politica di tutti gli uomini, ha rovesciato il dominio di clero e aristocrazia, imponendo il trionfo della classe borghese, cioè proprio quella classe “economica” e interessata ai propri vantaggi che Platone voleva escludere dal governo. Chi custodisce i custodi? La nozione di prassi, che avrà poi grande fortuna con Marx, nasce proprio con Aristotele. Google. Aristotele: la politica come scienza Introduzione Aristotele è allievo di Platone. Se si dovesse acquisire la sapienza filosofica per praticare le virtù etiche questo comporterebbe che solo chi ha raggiunto l'età matura, divenendo filosofo, potrebbe essere virtuoso mentre invece con la saggezza, grado inferiore della sapienza, anche i giovani, tramite l'educazione ricevuta dai saggi, o da quelli ritenuti tali dalla collettività, possono praticare quelle virtù etiche che permetteranno l'acquisto delle virtù dianoetiche. Morto Platone, Aristotele viene chiamato in Macedonia per educare il figlio del re Filippo, che poi sarà … Le virtù dianoetiche Aristotele assegna all'anima razionale l'esercizio delle virtù dianoetiche che esercitano: una facoltà scientifica (epistemonikòn) teorica, poiché le virtù scientifiche, mirando alla conoscenza disinteressata della verità, non si prefiggono appunto nessun altro obiettivo al di fuori della sapienza in sé (sophìa). Un universale che è concreto, da utilizzare nella vita pratica. Per Socrate e Platone, la saggezza è la virtù fondamentale e con essa si possono unificare tutte le virtù in un tutto. Ci sono tuttavia virtù etiche, che riguardano le funzioni della parte non razionale dell'anima e consistono nel giusto mezzo tra due vizi opposti (per … L’attività teoretica, sostiene infatti Aristotele, «è di per se stessa la più alta» e la filosofia «apporta piaceri meravigliosi per la loro purezza e solidità». Tuttavia, talvolta, si può riconoscere una natura “eroica” in un figlio di lavoratori o, viceversa, una natura “vile” in un figlio di custodi. La felicità è possibile allora solo se si è in grado di realizzare quella che è la natura primaria di ognuno e, poiché ciò che distingue l'uomo è la sua razionalità, la felicità consisterà nell'usare la ragione nelle azioni e nella conoscenza. Dio è … Tale posizione è espressa principalmente nell’opera De Anima, dove definisce l’anima come forma sostanziale del corpo ed elabora la teoria denominata «ilem… La differenza è che i filosofi sono sostituiti da sacerdoti o monaci. Gli stessi filosofi scelgono se stessi? La vetta (il punto più alto della montagna) può anzi essere soltanto “una” o non sarebbe, appunto, la vetta. La soluzione democratica è forse meno “giusta” in assoluto di quella “aristocratica”, suggerita da Platone, ma, in democrazia, grazie al controllo esercitato dai governati sui (provvisoriamente) governanti, è anche meno facile che il governo di pochi (presunti) “saggi” si tramuti in un’opprimente tirannide. Inoltre – e questo è importante perché ben distinto da Platone – per essere virtuosi. sulla TRADIZIONE SPEZZATA Inoltre approva lo scambio dei beni, ma non l’accumulo di ricchezze. Perché il pensiero moderno non è “filo-sofia” in senso pieno? Vedi qui rapporto Platone-Aristotele) Vediamo che la definizione di ciò che l’anima è, di come è fatta e di come funziona è fondamentale per dare forma alla conoscenza. Aristotele credeva che la saggezza fosse virtuosa, ma che raggiungere la virtù non fosse né automatico né garantiva l'unificazione (acquisizione) di altre virtù. Etica e virtù, felicità a confronto tra Platone, Aristotele e Socrate by ilaria3de3marchi in Orphan Interests > Epistemology Platone e Aristotele, per quanto portatori di differenze specifiche nel pensiero etico e politico, sono convinti che il contesto politico e sociale sia il luogo, per antonomasia, dove si esplica in varie forme, l’agire morale, dove l’etica assume di conseguenza senso e valore.